Medico Chirurgo Specialista in Oftalmologia.
Si occupa della diagnosi e cura dei disturbi visivi, quali difetti refrattivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo), malattie retiniche (maculopatie, retinopatie), cataratta, occhio secco, glaucoma, neuropatie ottiche, malattie genetiche rare.
Specializzato in diagnostica avanzata, terapie laser e microchirurgia oculare.
In costante aggiornamento, mette a disposizione dei pazienti le conoscenze medico-scientifiche più recenti validate dalla comunità scientifica internazionale.
Primo autore di numerosi articoli scientifici su riviste internazionali.
Relatore a numerosi congressi nazionali ed internazionali.
Ricercatore in numerosi studi clinici internazionali su farmaci innovativi presso l’Università di Roma Tor Vergata.
Vincitore del dottorato di ricerca in biotecnologie medico-chirurgiche e medicina traslazionale presso l’Università di Roma Tor Vergata.
Matteo Puccioni è un medico specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo. Ha conseguito tale qualifica con lode presso l'Università degli Studi di Firenze
Qualifica conseguita 25 Marzo 2020
Abilitazione all’esercizio della Professione ed iscrizione all’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Firenze
Dr. Marcello Mazzetti
Medico specialista in Malattie Infettive e Tropicali
Allergologia e Immunologia Clinica
Iscrizione Ordine Medici Firenze n. 7382
La primavera è oramai in pieno svolgimento e puntualmente si risveglia nel sentire comune la percezione del
ritorno di sintomi fastidiosi in famiglia oppure fra amici e colleghi: prurito nasale e oculare accompagnati da
salve di starnuti, lacrimazione e a volte da sintomi più gravi quali tosse e difficoltà respiratoria (asma
bronchiale). Tradizionalmente, oramai da oltre cento anni, questi disturbi sono popolarmente indicati come
febbre o raffreddore da fieno. Occorre ricordare che una prima descrizione accurata della patologia fu fatta
oltre 200 anni fa da un illustre medico inglese John Bostock che coniò nel 1819 il termine di hay fever da
allora entrato nella terminologia medica e popolare. Successivamente una serie innumerevole di lavori
scientifici ha permesso di chiarire la reale causa della sintomatologia nonché i meccanismi patogenetici in
grado di scatenarla.
Sommariamente possiamo solo ricordare che la oculorinite allergica si sviluppa in soggetti predisposti,
spesso la patologia è presente in vario modo nei consanguinei, a reagire in modo anomalo a sostanze, naturali
in questo caso, assolutamente innocue per la grande maggioranza della popolazione. Il termine allergia,
coniato dal medico austriaco Clemens von Pirquet nel 1906, significa proprio “reazione alterata” nel senso
di una risposta esagerata ad uno stimolo “innocente” I pollini del fieno (in generale l'erba dei prati) furono i
primi incriminati nello scatenare la risposta anomala ma presto fu evidente che molte altre sostanze naturali
potevano scatenare sintomi simili. Ad oggi sono conosciuti almeno quattro grandi gruppi di allergeni che
derivano dai pollini, dalle muffe, dagli acari della polvere o dalla epidermide degli animali. Una percentuale
consistente della popolazione italiana, circa il 10%, soffre a vario titolo di questa malattia e necessita di un
inquadramento diagnostico e terapeutico. La oculorinite allergica può apparire come un disturbo banale ma
non è esattamente così, ne è testimone il sottoscritto che ne ha sofferto fin dall'infanzia. Se è vero che con le
terapie attuali raramente si arriva alla compromissione della funzione respiratoria (asma grave) o alla morte
per crisi asfittica da broncospasmo, è altrettanto vero che il paziente spesso in età precoce inizia a
manifestare sintomi invalidanti quali: forte limitazione della attività sportiva soprattutto all'aperto, difficoltà
nel riposo notturno, difficoltà nello studio e in altre occupazioni; la causa di tutto ciò è la persistente
lacrimazione, la rinorrea e la ostruzione nasale a volte associate ad affanno anche per sforzi minimi o
addirittura durante il riposo. Purtroppo la malattia tende a cronicizzare e non sempre si risolve nell'età adulta
come un tempo si credeva. Inoltre può aggravarsi, soprattutto a livello bronchiale, per la presenza di altre
patologie quali l'abitudine tabagica, le infezioni respiratorie ricorrenti (un esempio per tutti la malattia da
COVID-19) la esposizione a polveri inalate durante una attività professionale oppure per la presenza di forti
inquinanti ambientali come quelli provenienti dalla combustione di combustibili fossili.
In sintesi, se è vero che in molti casi la rinite allergica non è considerata una malattia grave in sé, ritengo che
sia anacronistico abbandonare il paziente a terapie fai da te dato che oramai, da alcuni decenni, abbiamo a
disposizione mezzi terapeutici in grado di migliorare notevolmente la qualità di vita di queste persone.
Inoltre il trattamento corretto e precoce permette di ridurre notevolmente l'aggravarsi della patologia nel
corso degli anni. Oggi è possibile contrastare tutta la sequenza di disturbi legati alla allergia mediante
farmaci a bassa tossicità sia in formulazione locale che generale. Non ci sono praticamente casi che non
siano suscettibili di trattamento sia a livello ambulatoriale sia a livello specialistico ospedaliero nelle
situazioni più gravi e impegnative.
Vorrei ricordare da ultimo che la allergologia è un ramo della immunologia cioè della scienza che studia il
modo in cui l'organismo si difende da potenziali agenti dannosi esterni (virus, batteri ecc.) ma anche da
aggressioni che nascono all'interno del paziente (tumori, tolleranza di un organo trapiantato per esempio) La
immunologia, a sua volta, è una scienza trasversale nel senso che riguarda tutte le patologie mediche.
Pertanto oggi per l'allergologo lavorare in equipe con colleghi di altre discipline specialistiche (dermatologo,
pneumologo, ORL, gastro-enterologo, infettivologo, medicina generale ecc.) è diventato indispensabile al
fine di una corretta e ottimale gestione del paziente.